(HERBERT
GEORGE WELLS, NEW WORLD ORDER, 1940)
Di Francesco Colafemmina
Disperate dei
Vescovi, disperate della CEI.
A meno che non vi sia un qualche cataclisma in grado di smuovere le coscienze, è inutile attendersi un cambio di rotta. Lo vediamo ormai da mesi: la Chiesa tace sulla crisi, tace sulla disperazione dei giovani senza lavoro, degli imprenditori tormentati da uno Stato invadente, tace sulla democrazia spazzata via con un colpo di spugna in Italia e in altre nazioni europee, tace sui progressi del fratello globale che ormai intercetta ogni angolo delle nostre vite e legge attraverso l’imperativo decadente ma superpotente del mercato persino i nostri desideri e li guida.
Tace sul controllo dei nostri consumi, tace sul controllo dei nostri costumi, sull’imperante dominio dell’immoralità propagata in nome della libertà (da cosa?).
A meno che non vi sia un qualche cataclisma in grado di smuovere le coscienze, è inutile attendersi un cambio di rotta. Lo vediamo ormai da mesi: la Chiesa tace sulla crisi, tace sulla disperazione dei giovani senza lavoro, degli imprenditori tormentati da uno Stato invadente, tace sulla democrazia spazzata via con un colpo di spugna in Italia e in altre nazioni europee, tace sui progressi del fratello globale che ormai intercetta ogni angolo delle nostre vite e legge attraverso l’imperativo decadente ma superpotente del mercato persino i nostri desideri e li guida.
Tace sul controllo dei nostri consumi, tace sul controllo dei nostri costumi, sull’imperante dominio dell’immoralità propagata in nome della libertà (da cosa?).
Il Santo
Padre al contrario, continua ad incontrare periodicamente il premier italiano
non eletto, Monti, e recentemente ha anche affermato che le presunte “primavere
arabe” sarebbero “una cosa positiva”, pur ponendo l’accento sulla necessità
della tolleranza (Come se le “primavere arabe” fossero realmente tali,
realmente movimenti spontanei di popoli avidi di libertà e non macchinazioni
violente del potere globale che vuole estendere i propri tentacoli su di esse).
Il Cardinal Bagnasco
in una recente intervista a Tempi, oltre ad aver ribadito le “buona volontà”
del governo Monti, ha aggiunto che “non pagare le tasse è peccato”.
Peccato però che il decreto attuativo dell’IMU sulle attività promiscue della Chiesa Cattolica in Italia non sia stato ancora presentato. Morale: La Chiesa non paga l’IMU, ma se ne sta in silenzio in cambio di questa esenzione.
Peccato però che il decreto attuativo dell’IMU sulle attività promiscue della Chiesa Cattolica in Italia non sia stato ancora presentato. Morale: La Chiesa non paga l’IMU, ma se ne sta in silenzio in cambio di questa esenzione.
Nessuno si è
stracciato le vesti quando Bersani ha affermato che nel programma elettorale
della sinistra italiana ci saranno i matrimoni omosessuali. Tutti tacciono …
E anche nei riguardi delle estreme (in tutti i sensi) dichiarazioni del defunto Cardinal Martini se non si fossero levate le voci di Socci, Agnoli e Giordano, ci saremmo dovuti accontentare di un’intervista del Corriere a Ruini, intento peraltro a promuovere il suo nuovo libro “Intervista su Dio”.
E anche nei riguardi delle estreme (in tutti i sensi) dichiarazioni del defunto Cardinal Martini se non si fossero levate le voci di Socci, Agnoli e Giordano, ci saremmo dovuti accontentare di un’intervista del Corriere a Ruini, intento peraltro a promuovere il suo nuovo libro “Intervista su Dio”.
Il vero
insegnamento da trarne è che la Chiesa, a dispetto di ogni potenziale accusa di
complottiamo, sta diventando sempre più organica a quel progetto di “nuovo
ordine mondiale” che negli ultimi mesi ha subito una imprevista accelerazione .
Organica ideologicamente e organica concretamente.
Da forza di opposizione alle logiche del potere fine a se stesso, dell’asservimento dell’uomo all’uomo, della disuguaglianza quale unico criterio di organizzazione della società, la Chiesa finisce silenziosamente per rendersi complice fattiva di questo progetto.
Da forza di opposizione alle logiche del potere fine a se stesso, dell’asservimento dell’uomo all’uomo, della disuguaglianza quale unico criterio di organizzazione della società, la Chiesa finisce silenziosamente per rendersi complice fattiva di questo progetto.
Gli uomini,
asserviti alle logiche di un’oligarchia finanziaria, vivono la fine della
democrazia nell’Occidente e l’avvento di un nuovo governo dei pochi, cooptati e
non eletti, selezionati non perché “migliori”, ma in quanto sostenitori di un
comune progetto di governante globale del mondo contemporaneo. Su questa
convinzione epocale dell’Occidente, ben più critica dell’ ’89, la Chiesa non ha
nulla da dire. Guarda il suo ombelico, vivacchia ormai consapevole d’essere in
crisi, e continua a bearsi di folle oceaniche radunate sotto un palco papale,
mentre le chiese si svuotano.
Mi
piacerebbe sentir parlare un Vescovo o un Cardinale di massoneria, di mundialismo,
delle dinamiche occulte che governano quel che resta delle nostre Nazioni.
Ma Mons. Negri a parte, nessuno parla di massoneria. Come il gran maestro Monti, i Vescovi italici sembrano ripetere al microfono di Lilli Gruber: “non sappiamo neanche cosa sia la Massoneria”. E dormono nella candida quiete dei bambini, paghi del loro potere provvisorio. Si destano poi soltanto quando c’è da adeguare liturgicamente una chiesa, quando c’è da demolire qualche devozione popolare, da organizzare qualche processione, da costruire qualche nuovo tempio dalle forme palesamente orrende. Non parliamo poi di tutto il mondo dei religiosi che con la loro fede e la loro preghiera dovrebbe supportare la struttura spirituale della Chiesa. Fatte le dovute eccezioni, i più cazzeggiano. Come una suora spagnola che passa il tempo a tweettare …
Oggi, leggendo la news su Vaticaninsider.it le ho scritto che forse farebbe meglio a pregare invece di perder tempo su tweeter a citare Hemingway e la suffragetta socialista Helen Keller.
Sapete cosa mi ha risposto? Prima “faccio quello che mi dice il cuore” (elegante alternativa a “faccio i cazzi miei”) e poi al mio rammentarle l’esigenza di religiosi che preghino invece di twettare: “ non sono monaca e non ho bisogno dei tuoi umili consigli” (salvo poi cancellare i miei tweet dalla sua pagina con 8.000 followers). Questi sono i religiosi del futuro!
Ma Mons. Negri a parte, nessuno parla di massoneria. Come il gran maestro Monti, i Vescovi italici sembrano ripetere al microfono di Lilli Gruber: “non sappiamo neanche cosa sia la Massoneria”. E dormono nella candida quiete dei bambini, paghi del loro potere provvisorio. Si destano poi soltanto quando c’è da adeguare liturgicamente una chiesa, quando c’è da demolire qualche devozione popolare, da organizzare qualche processione, da costruire qualche nuovo tempio dalle forme palesamente orrende. Non parliamo poi di tutto il mondo dei religiosi che con la loro fede e la loro preghiera dovrebbe supportare la struttura spirituale della Chiesa. Fatte le dovute eccezioni, i più cazzeggiano. Come una suora spagnola che passa il tempo a tweettare …
Oggi, leggendo la news su Vaticaninsider.it le ho scritto che forse farebbe meglio a pregare invece di perder tempo su tweeter a citare Hemingway e la suffragetta socialista Helen Keller.
Sapete cosa mi ha risposto? Prima “faccio quello che mi dice il cuore” (elegante alternativa a “faccio i cazzi miei”) e poi al mio rammentarle l’esigenza di religiosi che preghino invece di twettare: “ non sono monaca e non ho bisogno dei tuoi umili consigli” (salvo poi cancellare i miei tweet dalla sua pagina con 8.000 followers). Questi sono i religiosi del futuro!
Tutti
agevolano così il programma mondiali sta il cui obiettivo primario è quello di
sradicare la identità, nella convinzione che esse siano all’origine di guerre e
divisioni. E sradicare la spiritualità autentica e non pneumatica, volatile,
fatta di buone intenzioni, di frasette rubate qua e là, di “pensieri”. E così
pian piano cade lo schermo fra religione e religione e obliterato ogni ricordo
di quella mentalità pre-rivoluzionaria considerata ormai “passato” (mentre in
realtà è sempre attuale nel Vangelo), si allarga la divisione fra un prima e un
poi, d’accordo con Welles che riteneva ormai impossibile la persistenza di
mentalità tradizionali nell’imminente “nuovo ordine mondiale”.